Riforma della giustizia: ingegneria del terzo
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Ieri, 30 ottobre 2025, il Senato ha approvato in quarta e definitiva lettura la riforma costituzionale della giustizia: โuna sola magistratura, due carriereโ. Il dispositivo prevede la separazione tra funzione requirente e giudicante fin dallโaccesso; due Consigli superiori della magistratura distinti (giudicanti e requirenti) con componenti sorteggiati; lโistituzione di unโAlta Corte disciplinare che concentra la giurisdizione sugli illeciti dei magistrati, con decisioni non ricorribili in Cassazione e una presidenza scelta tra i membri laici. Il voto รจ passato con 112 favorevoli, 59 contrari, 9 astenuti; non essendo stati raggiunti i due terzi, si andrร a referendum confermativo, verosimilmente nella primavera 2026.
Giustizia non รจ un sentimento, รจ unโarte di costruire terzi. Separare lโaccusa dal giudizio non รจ un atto di purificazione morale, รจ un dispositivo che tenta di istituzionalizzare il ยซnemo iudex in causa propriaยป: la terzietร non abita i cuori, abita le forme. Il pubblico ministero porta lโenergia dellโazione, il giudice la resistenza della misura; la democrazia, quando funziona, รจ un gioco di freni che salva la velocitร per consegnarla alla regola. Il sorteggio, qui, non รจ un capriccio: รจ un antidoto contro la mimesi delle correnti, lโidea che la rappresentanza tra pari possa diventare oligarchia travestita. LโAlta Corte รจ una soglia ulteriore: sottrae il disciplinare ai Csm e lo affida a una giurisdizione dedicata โ promessa di imparzialitร , rischio di verticale separazione tra chi giudica e chi giudica i giudici. ยซAudi alteram partemยป: ma chi ascolta chi ascolta?
Si dirร che la riforma non accorcia un processo, non aggiunge personale, non scioglie i nodi del carcere: vero. Ma i sistemi non cambiano solo per accumulazione di mezzi; cambiano quando muta lโarchitettura dei ruoli. La giustizia รจ una tecnica di ignoranza reciproca ben ordinata: lโaccusa ignora la veritร ultima perchรฉ deve provarla, il giudice ignora lโaccusa per giudicarla, la disciplina ignora lโonda corta del caso perchรฉ deve preservare il mestiere. In questo senso, la separazione non รจ un dogma: รจ una scommessa sul modo in cui gli umani, che sono animali di parte, possono farsi ยซparteยป senza divorare il terzo. Se la riforma renderร il giudice piรน terzo e il pm piรน responsabile, avremo guadagnato un grado di civiltร procedurale; se aprirร varchi alla pressione dellโesecutivo โ liste, sorteggi pilotabili, presidenze laiche senza contro-garanzie โ avremo sostituito alla giustizia la sua amministrazione. La lezione filosofica รจ secca: giustizia non รจ pace, รจ manutenzione del conflitto sotto regola. Le costituzioni sono il nome proprio di questa manutenzione; ogni revisione รจ un atto di ingegneria sul telaio del limite. Tenere il limite รจ il lavoro.
โ ๐๐ซ๐๐๐ฅ๐ข๐ญ๐จ ๐๐ข ๐๐ข๐๐ฅ๐ญ๐จ