๐๐ ๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐ ๐๐ ๐๐๐๐๐๐ ๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐๐ - un libro di Stefan Andres
๐๐๐ก๐๐๐ ๐ฅ๐ข๐๐ซ๐จ
๐๐ข๐ญ๐จ๐ฅ๐จ: El Greco dipinge il Grande Inquisitore (ediz. numerata)
๐๐ฎ๐ญ๐จ๐ซ๐: Stefan Andres
๐๐๐ข๐ญ๐จ๐ซ๐: Edizioni Settecolori (Milano)
๐๐ง๐ง๐จ: 2024 (uscita ottobre 2024)
๐๐๐ ๐ข๐ง๐: 72
๐๐๐๐: 9791281519114
๐๐ซ๐๐๐ฎ๐ณ๐ข๐จ๐ง๐: Matteo Galli
๐๐จ๐ฌ๐ญ๐๐๐ณ๐ข๐จ๐ง๐: Gerard zum Busche
๐๐ซ๐๐ณ๐ณ๐จ: 14,00โฌ
๐๐๐ช๐ฎ๐ข๐ฌ๐ญ๐: https://www.settecolori.it/prodotto/el-greco-dipinge-il-grande-inquisitore-stefan-andres-edizione-numerata/
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La casa editrice Settecolori, da quando รจ risorta dalle sue ceneri, ci ha abituati a libri di estrema eleganza, curati in tutti i particolari.
La carta รจ opaca, fondamentale per evitare riflessi fastidiosi per la lettura, di giusto peso e corretta ruviditร per dare al polpastrello quella gioia tattile cosรฌ importante per il lettore bibliofilo quando lโaccarezza. Le copertine, di cartoncino rigido, per evitare quelle ineleganti curvature spiacevoli alla vista, sono di una sobria eleganza nel loro colore uniforme. Le fascette che, col tempo sono diventate delle semicopertine, arricchiscono con vivacitร policrome la tinta unita sottostante.
I caratteri di stampa sono grandi, espliciti. I refusi, che oggigiorno accompagnano come fastidiosi nemici il testo, praticamente inesistenti. Insomma degli oggetti eleganti e amabili fin dal primo sguardo.
Ma uno scrigno senza una preziosa perla al suo interno sarebbe uno oggetto vacuo seppur bello.
Settecolori lo sa e non ha sbagliato un colpo, fino a giungere a questo piccolo ma densissimo capolavoro rappresentato da El Greco dipinge il Grande Inquisitore di Stefan Andres.
La storia รจ semplice, vi si racconta del famoso pittore cretese Dominikos Theotokopoulos detto El Greco che viene incaricato di ritrarre il cardinale Fernando Niรฑo de Guevara, il Grande Inquisitore
La storia รจ semplice, vi si racconta del famoso pittore cretese Dominikos Theotokopoulos detto El Greco che viene incaricato di ritrarre il cardinale Fernando Niรฑo de Guevara, il Grande Inquisitore di Spagna allโepoca di Filippo III. ร la ricostruzione di fantasia dei dialoghi intercorsi tra il cardinale e il pittore, allโepoca molto famoso perchรฉ incaricato di vari dipinti dal re, compreso quel martirio di San Maurizio che al re non era piaciuto affatto.
El Greco, noto per il suo carattere spigoloso, consapevole del suo valore, poco se ne preoccupรฒ ma adesso che viene chiamato dal Grande Inquisitore in qualche modo si sente inquieto.
Sarร allโaltezza? Perchรฉ รจ stato scelto proprio lui? Cโรจ sotto qualcosa di piรน inquietante di un semplice incarico artistico?
ร con questa serie di quesiti in testa che il pittore fa visita per la prima volta al cardinale. La descrizione del temporale che si scatena lungo il tragitto che lo condurrร dal suo committente รจ memorabile. Il tempo รจ inclemente, piove, tira vento, tuoni, un fulmine, rendono la scena tetra. Una tetraggine che non ha niente di naturale, anzi รจ una sospensione innaturale che precede e riveste un clima che si va formando e che si svilupperร in tutta la sua spaventevole carica di non detto che assume un carattere di angoscia trattenuta.
Angoscia che cresce nella tormentosa Via Crucis allโinterno del palazzo, quando il pittore passa, in trepidazione crescente, da una prima sala dove sono appoggiati su un tavolo i cappelli della servitรน, ad una seconda dove sono lasciati i cappelli dei preti, per poi scorgere piรน avanti la berretta del cardinale. E ancora piรน oltre, nellโabisso della stanza del segretario che lo istruisce e lo convoca per il giorno dopo, senza che la figura del cardinale si materializzi almeno per rassicurarlo della sua presenza fisica.
Come si puรฒ dialogare col potere assoluto di cui il cardinale รจ emanazione? Un potere tanto invasivo che anche la piรน semplice domanda si tramuta in interrogazione.
Una tesa, sottile, angosciante sospensione permea queste scene che fanno da preludio agli incontri e ai dialoghi tra i due. I dialoghi non sono veri dialoghi, o cosรฌ se lo immagina El Greco. Come si puรฒ dialogare col potere assoluto di cui il cardinale รจ emanazione? Un potere tanto invasivo che anche la piรน semplice domanda si tramuta in interrogazione.
Lโansia aleggia sulla testa del pittore. Gli si conficca nel cuore. ร un tarlo nel cervello che rende anche la piรน innocua richiesta del cardinale una pericolosa trappola pronta ad inghiottirlo. El Greco ne รจ intimorito, la sua baldanza non viene mai meno ma vacilla. Cresce in lui una domanda che รจ il nucleo centrale di tutta la narrazione. Come puรฒ un singolo individuo, un artista, anche se famoso, confrontarsi con la rappresentazione del potere? Un potere assoluto e totalitario che tutto, volendo, puรฒ. Un potere che puรฒ annientarlo anche solo per una parola posta in malo modo. Il racconto rappresenta proprio questo improponibile confronto di forze.
Come uscirne indenni si chiede il pittore? Fino a che punto puรฒ la mia arte accondiscendere alle volontร dellโInquisitore nel tentativo di compiacerlo? Fino a che punto posso io, per mantenere la mia dignitร , modulare, in modo astuto e forse anche truffaldino, la mia arte?
Questo continuo macerarsi รจ inserito in uno scenario che a volte รจ un riflesso dellโorrore che lentamente si impossessa della mente del pittore che si trova a rimuginare in solitudine in luoghi specchio della sua condizione, ยซlโora di mezzogiorno in una cella dei frates Dominicani puรฒ essere cosรฌ silenziosa che รจ possibile sentir battere il cuoreยป.
ร lโassalto dei demoni meridiani, quando tutte le angosce si addensano nel pieno della abbacinante e stordente luce che incombe.
A tentare di dare una risposta a questi quesiti tenta il suo amico Cazalla che esclama: ยซSe vogliamo vivere, dobbiamo imparare a mentire!ยป. Ecco la frase perno intorno a cui ruota tutta la frustrante sequela di domande.
Se รจ giusto mentire, fino a che punto lo si puรฒ fare senza perdere il rispetto di sรฉ stessi? E se questo vale per un poverโuomo come si deve porre lโartista di fronte alla sua arte?
El Greco deve restare fedele alla sua veritร artistica rischiando di dispiacere lโInquisitore o deve abbandonarla per gettarsi nelle braccia non misericordiose della veritร inquisitoria?
ร in questo equilibrio da trovare che si gioca tutta la sospensione narrativa che a tratti assume toni claustrofobici, fatti di domande aleggianti come spettri che non si condensano e a cui non si sa dare risposta.
Racconto metafora che dispiega tutta la sua forza evocativa se si conoscono le note biografiche di Stefan Andres, che fa parte di quella schiera di artisti tedeschi degli anni trenta dello scorso secolo che vennero definiti dellโemigrazione interna. Quegli artisti che, pur non assecondando il nazismo nascente, non se la sentirono di abbandonare il paese e non si schierarono apertamente contro il Fรผhrer, trovandosi nella scomoda posizione di dover giustificare a sรฉ stessi questa loro ritirata silente.
Questo capolavoro modernissimo torna utile anche oggi in cui il totalitarismo veste una maschera leggera, morbida ma spesso assai piรน invasiva di quella feroce del passato. E rileggendo le pagine attoniti ci si chiede: E io? Saprรฒ mentire solo quanto basta?
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