LIBERI INCURSORI. INCURSORI LIBERI - a cura di Susanna Dolci
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๐๐ข๐ญ๐จ๐ฅ๐จ: Liberi incursori. Incursori liberi
๐๐ฎ๐ซ๐๐ญ๐ซ๐ข๐๐: Susanna Dolci
๐๐๐ข๐ญ๐จ๐ซ๐: Settimo Sigillo โ Europa Libreria Editrice
๐๐ฎ๐จ๐ ๐จ: Roma
๐๐ง๐ง๐จ: 2025
๐๐๐ ๐ข๐ง๐: 56
๐๐๐๐: 9788861482685
๐๐ซ๐๐ณ๐ณ๐จ: โฌ 6,00
๐๐๐ช๐ฎ๐ข๐ฌ๐ญ๐จ: https://www.libreriaeuropa.it/scheda.asp?idis=9788861482685
Lโepigrafe di Marco Catalano (ยซLร dove lโesatto si disperde nellโincertoยป) e i versi di Giordano Bruno (ยซMorte, cipressi, inferni / cangiate in vita, in lauri, in astri eterni!ยป) rivelano in anticipo qual รจ lโoperazione che Susanna Dolci compie con "Liberi Incursori, Incursori Liberi": prendere una storia nata sotto il segno dellโโesattoโ ideologico โ il mondo compatto della cosiddetta destra radicale, con i suoi codici, i suoi martiri, i suoi inferni giudiziari ma, anche, con i suoi estri poetici โ e portarla nella zona incerta dove le biografie non tornano piรน perfettamente allineate alla dottrina.
Il detto di Catalano indica la soglia: il libro abita proprio lรฌ, nel punto in cui le smaglianti certezze ideali cedono le vesti e lasciano vedere le cose alla luce, rasoterra ma vera, della realtร . Bruno, invece, fornisce il modello di trasformazione: non cancellare morte, cipressi, inferni, ma chiedere alla poesia e alla forma di riforgiarli in vita, lauri, astri, cioรจ in opere, riconoscimento e memoria. Non solo di parte.
Dolci lavora su questo crinale: non chiede al lettore di aderire a una comunitร . Gli chiede di guardare come quella comunitร si racconta. Per farlo, cura e rimonta i materiali in modo che siano leggibili anche fuori dal recinto d'area. In questo senso lโantologia รจ il tentativo di trasformare una tradizione politica, eticamente ferita, in una costellazione culturale esposta al giudizio estetico, secondo la formula che Bruno suggerisce: fare di ciรฒ che รจ stato inferno, almeno un frammento di cielo narrabile. Narrabile, appunto, ma: per tutti.
Il centro di gravitร del libro รจ proprio la cura di Susanna Dolci. Nel quadro complessivo, la sua scelta di indicare con chiarezza le provenienze editoriali, di chiudere con una bibliografia minima ma puntuale, dice molto piรน di qualche pagina di "Introduzione". Che volutamente manca. E questa รจ la prima lezione di stile che il libro offre: il ritirarsi come un'onda della curatrice, dopo aver depositato sulla battigia conchiglie di parole.
Il suo รจ gesto editoriale forte: prende materiali molto diversi โ la spiritualitร rassegnata al fardello che la indossa di Sandro Giovannini (ยซLa materialitร della carne / pesa come sempreยป), lโasprezza mitica di Cesare Ferri (ยซNon lโaltezza / nรฉ i raggi del sole, / ma la consapevolezza di essere / comunque uno di voi, / piccoli animali da soma, mi ucciseยป), il ritorno indolente all'ordine di Mario Michele Merlino (ยซE la vita, tornata normale, non la so piรน vivereยป) - e li dispone in modo che il lettore possa seguirne il filo senza sentirsi prigioniero di un rito per iniziati votati alla vittoria. Intreccia i canti fermi di Mario Tuti (ยซPassano gli anni, passati, / E i nuovi non ravvivanoยป) e Pierluigi Concutelli (ยซVenti anni di cammino, / con la partenza per metaยป) con il lirismo inquieto di Ugo Franzolin (ยซPerchรฉ? / Che domanda. / Nessuno sa rispondere. / Chi ha tentato / si รจ perdutoยป). Incastona nello stupore quasi metafisico di Fausto Gianfranceschi (ยซIn certi momenti, tu e io siamo dei e non lo sappiamoยป [...] ยซTu appari, e la realtร si interrompeยป) l'epica dei perdenti di Carlo Mazzantini (ยซE solo il nome / Lโuno conosceva dellโaltro / Ma questo ci bastavaยป).
Lโarte di uno scrittore politico non รจ il talento di arringare le truppe, ma la capacitร di restituire in forma leggibile la temperatura di un mondo, le sue ossessioni, i suoi punti ciechi. O di ยซnon ritornoยป , come direbbe Massimo Morsello (compreso con i suoi testi nell'antologia). Ne esce una costellazione riconoscibile prima di tutto per una tenuta poetica strappata ai ghetti delle sentenze del "pre-giudizio".
La militanza c'รจ ancora ma resta sullo sfondo, come "pre-testo", materiale da riciclo, provviste da viaggio. Il registro, invece, si mette a fuoco sulle forme, sul modo in cui quegli stessi vissuti trovano una lingua, un ritmo, una figura. Dove il lessico politico evapora, lโincursione nella materia nuda delle vite โ la stanchezza delle celle, la polvere delle aule di tribunale, il mare usato come unica metafora di libertร possibile, le stagioni contate attraverso le assenze, il Nord come luogo mentale in cui rifugiarsi dopo essere ridiscesi a Sud da sconfitti โ diventa stile e forma. E qualcosa rimane.
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